Tuesday, January 26, 2016

Football

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Progetto Rete a Cesena. Giugno 2015.
Tornei FIGC con Rete SPRAR
Team Associazione Horizont - FC USA SPORT

Wednesday, November 18, 2015

ISLAM, RIFUGIATI E I FATTI DI PARIGI

  ISLAM, RIFUGIATI E I FATTI DI PARIGI  
 

 1. In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso”2   2. La lode [appartiene] ad Allah3, Signore dei mondi4   3. il Compassionevole, il Misericordioso,   4. Re del Giorno del Giudizio5.   5. Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto6.   6. Guidaci sulla retta via7,   7. la via di coloro che hai colmato di grazia8, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati.  Corano - Sura I, Al-Fâtiha (L'Aprente) 
Modou sta seduto davanti alla Tv, guarda le immagini che scorrono su sky tg24, il suo corpo è proteso in avanti, le sue mani congiunte, la testa bassa. Accanto a lui, il suo amico ascolta la recitazione del Corano dallo smartphone.
Sono seri e senza energie. 
Si voltano verso di me, hanno gli occhi smarriti, non osano proferire parola. Le immagini francesi riecheggiano, il termine “stato islamico” pure.
Mi siedo con loro, non c’è bisogno che si dica niente, è una giornata triste per tutti. Oggi le atmosfere da cui son scappati, si sono materializzate anche in Europa, ed è tutta un’agonia.
Hanno più paura di prima, pensavano che l’Europa potesse essere un rifugio al riparo dalle bombe, dai kalashnikov, dalla gente che si fa saltare in aria, ed improvvisamente l’ansia sale dritta al cervello e questa volta, ci si sente più soli di prima.
“Quando stavamo in Africa, si faceva una netta distinzione tra coloro che hanno perso il lume della ragione, per smania di potere e coloro che invece seguivano la loro fede senza confonderla con la vita politica. Qui, in Europa, molta gente criminalizza l’Islam, senza concepire che chi si nasconde dietro ad una religione per compiere orrendi crimini è solo un bugiardo e ha come scopo quello di distruggere l’equilibrio dei popoli. Questi criminali infangano l’Islam, lo hanno fatto in Mali, in Nigeria, in Somalia, oggi in Siria e in Iraq. Uomini col viso coperto che incitano i bambini ad uccidere uomini indifesi. Noi confidiamo che i paesi occidentali possano aiutare ad estirpare questo cancro, che si potrà curare solo con molta pazienza, con l’educazione, la conoscenza, rinunciando al commercio delle armi, affidando le risorse energetiche alle popolazioni locali senza sfruttarle, ridistribuendone i ricavati. Oggi è una giornata di dolore, ma è necessario rimanere equilibrati e non cedere all’odio, perché è l’odio che questa gente vuole alimentare, vogliono disgregarci e annientarci con la paura dell’altro.”
Abdullahi si siede vicino a me e mi mostra un verso del Corano, lui non conosce l’arabo e si arrangia con google traduttore, crede però di aver colto il significato e cerca di spiegarmelo. Ha bisogno di qualcuno che lo conforti, qualcuno che gli faccia capire qualcosa, è spaesato. In città non esiste una moschea e interpretare i testi sacri senza una guida gli risulta difficile. 
Alì il pakistano oggi si è vestito con la jalabia tipica del suo paese e scende sorridente le scale, non parla, non dice niente, sta in disparte, ascolta musica con le cuffie e guarda dei film che lo fanno sorridere.
Gli attentatori della strage, sembrano essere giovani cittadini europei, di origini arabe, vissuti nei sobborghi della capitale parigina, magari giovani emarginati, cresciuti in compagnia della rabbia, da cui l’odio è emerso come fede da cui trarre profitto e ispirazione.
Il giorno dopo, la Francia ha scagliato una ventina di attacchi sulla capitale dello stato islamico, su Raqqa. I ragazzi dello Sprar sono ancora davanti alla televisione, ancora più ammutoliti di ieri. Le notizie non riportano vittime fra i civili, eppure non si può fare a meno di pensare a coloro che sono stati rapiti, come Padre Paolo Dall’Oglio, colonna portante del dialogo interreligioso, di cui non si hanno notizie e che potrebbe essere vivo, rinchiuso in qualche cella; come Ismaele, il bambino strappato in Italia alla madre e portato via dal padre, come le donne schiave rintanate in qualche lugubre seminterrato.
Senza un’azione comune nella riscoperta dei valori umani e senza il sentimento della solidarietà verso il prossimo la nostra situazione non potrà che peggiorare. Oggi più di ieri è necessario dialogare, ripudiare la guerra, avvicinarsi al fratello straniero, dialogare con l’Islam perché è proprio l’Islam dei giusti, non quello strumentalizzato, che potrà portare sulla retta via le anime senza guida. E’ necessario, più che mai, investire nelle politiche dell’inclusione sociale, insegnare ai bambini a non avere paura della diversità, che la diversità è bellezza e ricchezza interiore. E si è ricchi se si è in pace con sé stessi e con gli altri.

Thursday, June 26, 2014

Migranti in Europa soprattutto (Italia) sono
sofferenza. Queste pagina è istituito per aiutare il
Migranti in Europa soprattutto * Italia *. Io sono un
Rifugiati in Italia, sono stato in Italia per
mesi ora senza (impronte digitali, buona
Cibo, alloggio, assistenza medica
e molto altro ancora.) Vogliamo tutti sapere
Quello che stiamo passando attraverso. Ecco perché abbiamo
venuta questa idea. Unitevi a noi e
eccepire il governo italiano e le Nazioni Unite
(Nazioni Unite) nel suo complesso, di venire a nostra
Aiuto.

Sunday, February 27, 2011

Il segno della Rivoluzione

Il segno della Rivoluzione


Cappuccio in testa,
l'odore intenso di un viaggio sofferto,
lo sguardo offuscato, trasognato, a tratti assente, marcato dal segno della rivoluzione.

S. ha 17 anni è da poco sbarcato sulle coste siciliane con un barcone egiziano arrangiato alla meno peggio, approdato in Sicilia, con mare forza 5.
Un barcone con 80 persone, scappate dopo aver partecipato agli scontri contro il Governo di Mubarak.

Il mare pareva voler sfinire le forze dei migranti, proprio così vicini alla alla meta: resistere alle intemperie naturali e non.
Alle coste sicule, la guardia di finanza cerca di fermarli, loro scappano impauriti tra schizzi d'acqua incontrollabile.
Il conducente accellera le manovre. E' freddo, è inverno, la finanza spara, colpisce uno di loro, gli altri, si disperdono in preda al panico, a braccia aperte sulle onde, in balia delle onde, urlano, si dimenano... uno quasi muore assiderato, l'atro dissanguato.
 
Era il 15 febbraio 2011,  degli egiziani approdavano alle coste di Santa Croce Camerina.
Sette giorni in barca con in testa il fracasso della loro terra.

Il ragazzino è fasciato nel finto pelo bianco, cappuccio masticato, serrato in testa, come un velo divisorio.
Il suo odore, forte, contiene in sè tutta la sua disperazione.
Gli chiedo se posso fargli delle domande, domande semplici, che serviranno per aiutarlo, mi risponde insicuro, un pò smarrito nel suo accento egiziano, non riesce a dirmi neanche se la sua città natale si trovi al nord o al sud dell'Egitto.
- Ti senti bene? Hai bisogno di qualcosa...
Il cappuccio bianco si muove: "Devo trovare mio cugino, è in Sicilia: siamo stati divisi, sistemati in due macchine diverse.
Porge un biglietto col numero di telefono di un mediatore culturale di Pozzallo.
Lo chiamo, risponde una donna, un avvocato, le spiego la situazione. Mi dice di richiamarla lunedì, forse si, forse mi aiuterà, aiuterà S. a trovare l'unico familiare che ha percorso con lui il viaggio per la nuova vita, ma non ci sono certezze, i loro nomi, le loro ipotetiche date di nascita, la traslitterazione improvvisata dei cognomi, la confusione, l'emergenza profughi ...

S. alza un pò la testa, mi parla sommessamente, noto una luce nei suoi occhi, sembra avere una speranza.
 
-Aiutami a trovare mio cugino, voglio stare con lui, voglio stare con egiziani se è possibile, poi starò meglio, grazie.

Gli dico di dare i suoi vestiti all'operatore, di farsi una doccia, un pigiama nuovo è pronto per lui. L'occhio è malconcio. Annuisce, non sembra essere del tutto cosciente,  credo stia ancora  navigando lungo un mare in tempesta.

S. ad oggi vive a Milano, con suo cugino.
Lavora come calciatore professionista.
E la tempesta è passata.



Wednesday, February 16, 2011

Maroni: “Ospitare a Mineo tutti i richiedenti asilo”

Forse potrebbe essere l'inizio per iniziare a raccontare le storie dei migranti

Maroni: “Ospitare a Mineo tutti i richiedenti asilo

GLI SBARCHI SULLE COSTE SICILIANE

– Il premier Berlusconi in visita a Mineo Ecco dove saranno accolti i migranti

di Rosamaria Gunnella,

2011.02.16 – Potrebbe essere “il villaggio della solidarietà” in grado di coniugare qualità e sicurezza. Questa la valutazione espressa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in visita, ieri, al Residence degli Aranci di Mineo, in provincia di Catania, che dovrebbe ospitare gli immigrati sbarcati, a migliaia, nei giorni scorsi in Sicilia.
Il Premier accompagnato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni ha effettuato il sopralluogo della struttura sottolineando che l’ospitalità rappresenta “un punto d’orgoglio per il governo e per tutta l’Italia”.
Il residence degli Aranci oltre a rappresentare la soluzione per fronteggiare l’emergenza degli sbarchi, potrebbe essere utilizzato anche per i rifugiati e i richiedenti asilo: “L’idea del governo – ha affermato Maroni, durante la conferenza stampa in prefettura a Catania – è quella di ospitare a Mineo tutti i richiedenti asilo, anche quelli, circa quattromila, attualmente distribuiti nei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) di tutta Italia”.
Un’idea che, come aggiunge il responsabile del Viminale, è del presidente del Consiglio. Il residence è un complesso di 404 alloggi, realizzato su circa 18mila metri quadrati in contrada Cucinella di Mineo e può ospitare settemila persone. Il villaggio è stato per dieci anni abitato dai marines americani, in servizio alla vicina base di Sigonella, e dalle loro famiglie.
Il Residence degli aranci era stato realizzato dal gruppo edile Pizzarotti ed affittato dieci anni fa al governo statunitense che, nei mesi scorsi, aveva annunciato di non voler rinnovare il contratto, che scadrà il prossimo aprile. Il governo italiano, quindi, subentrerebbe agli americani nel rapporto di locazione con il gruppo Pizzarotti.
L’emergenza per il flusso migratorio dei giorni scorsi (sono 5337 gli immigrati sbarcati in Sicilia), sebbene si sia attenuata negli ultimi due per le condizioni meteo che scoraggiano gli arrivi, non è finita.
L’emergenza non può considerarsi cessata e lo sbarco ieri a Marina di Ragusa di immigrati egiziani accresce la preoccupazione di un altro esodo, simile a quello giunto dalla Tunisia e definito “biblico” dal ministro Maroni: “Non mi faccio illusioni:il blocco del flusso verificatosi a Lampedusa in questo momento è legato alle iniziative prese dalle autorità tunisine – ha affermato il ministro dell’Interno – ma non è escluso che gli sbarchi possano riprendere.
Spero che il peschereccio egiziano arrivato oggi (ieri, ndr) sia un caso isolato. L’Egitto è solo più lontano della Tunisia rispetto all’Italia, ma comunque il nostro paese resta sulla rotta dei migranti del Cairo”.
Il responsabile del Viminale ha esortato l’Europa a prendere posizione e a non assistere indifferente all’emergenza umanitaria che riguarda tutto il continente europeo: “L’Europa – ha detto Maroni – prenda una posizione forte e decisa sul piano politico.
Non è una questione soltanto di ordine pubblico e non riguarda solo i ministri dell’Interno ma i capi di Stato”.
Il responsabile del Viminale ha ribadito l’urgenza di una riunione straordinaria dei capi di Stato e di Governo europei e la richiesta all’Unione europea di 100 milioni di euro per affrontare l’emergenza nei prossimi tre mesi.
“E’ una somma necessaria per garantire gli standard dell’assistenza. Noi utilizziamo numerosi mezzi in mare, ricognitori aerei e tutto questo a costi elevati. La nostra attività – ha proseguito Maroni – non è impiegata per respingere gli immigrati ma per perlustrare le aree”.
Disponibilità ad accogliere le richieste del governo italiano per fronteggiare l’emergenza immigrazione arriva dall’Unione europea.
Il presidente Berlusconi, in nota diffusa da Palazzo Chigi, ha ringraziato il presidente della Commissione europea Barroso per aver esaminato favorevolmente le richieste italiane e in particolare per l’annuncio dato dalla Commissaria Malstrom di avviare una missione dell’Agenzia Frontex nell’area e di adottare un pacchetto di misure per fronteggiare l’emergenza.
Oggi il ministro degli Esteri Frattini e quello dell’Interno Maroni riferiranno in Senato sulla situazione degli sbarchi legati alla crisi nel Maghreb.

fonte http://quimineo.netsons.org/?p=6237#more-6237